L’area archeologica della Villa dei Sette Bassi sorge su un piano collinare sulla destra della Via Tuscolana, in prossimità di Via delle Capannelle. Le imponenti strutture della Villa dei Sette Bassi sono visibili anche dalla strada; l’accesso al sito è da Via Tuscolana 1700, da dove un lungo viale alberato porta fino al complesso residenziale della Villa dei Sette Bassi, passando prima da un casale edificato attorno ai primi del Novecento.

Quest’area apparteneva alla tenuta agricola della famiglia Torlonia. Al momento l’area è visitabile solo su richiesta, o in occasione di aperture straordinarie. Tra le strutture realizzate dalla famiglia Torlonia c’è l’Antiquarium, che un tempo era utilizzato come antica latteria.

Con una conformazione classica per le ville del suburbio di Roma, la Villa dei Sette Bassi si sviluppa intorno ad un ippodromo-giardino ed include le zone residenziali, anticamente decorate con marmi policromi e mosaici, la parte agricola, un tempietto, un acquedotto e alcune cisterne per l’approvvigionamento d’acqua del complesso.

L’intera struttura della Villa dei Sette Bassi si può suddividere in 3 blocchi edilizi contigui, noti come Padiglione A, B e C, risalenti a 3 fasi diverse di sviluppo, ma in rapida successione cronologica. Gli imponenti resti del complesso residenziale, sopravvissuti alle razzie volte al recupero di materiali edilizi e di pregio destinati al mercato antiquario, sono stati investigati fin dal ‘700 da studiosi come Gavin Hamilton. La consistenza delle rovine era tale da farla ritenere una città a sé stante, da cui l’epiteto Roma Vecchia. La villa doveva coprire un estensione di circa 40.000 mq.

Pià di recente, sono stati condotti diversi studi sulla Villa dei Sette Bassi da parte di Thomas Ashby e dall’architetto Nicolae Lupu, che contribuì alla realizzazione del plastico della Villa di Sette Bassi per la Mostra Augustea della Romanità (1937-1938); il plastico è oggi in mostra al Museo della Civiltà Romana all’EUR.

Non c’è accordo tra gli studiosi sull’origine del nome “Sette Bassi“, in uso fin dall’Alto Medioevo, e derivato probabilmente dall’imperatore Lucius Septimius Bassianus detto Caracalla e non da Settimio Basso, prefectus urbis al tempo dell’imperatore Settimio Severo (193-211).

L’edificio più orientale, noto come Padiglione A, fu costruito all’inizio del regno di Antonino Pio (138-161) con una struttura tradizionale: 50 metri per lato, un peristilio quadrato a nord-ovest di circa 45 metri per lato. La struttura, nota anche come Padiglione ‘acquedottino‘ e antiquarium/latteria, fu certamente abitata fino al IV secolo, e mantenuta con altri restauri per altri due secoli fino al VI sec. d.C.

Gli ambienti dei Padiglioni A e B della Villa dei Sette Bassi erano probabilmente strutture residenziali lussuose, o sale da cerimonia. La pianta che caratterizza il padiglione A è compatta, senza finestre verso all’esterno. La parte a nord-est della Villa dei Sette Bassi era probabilmente la pars rustica della villa, mai indagata in modo sistematico. Il secondo edificio sorge a sud-ovest del peristilio precedente, dove venne inglobato nel 140-150; ha una lunghezza di 45 m per 25 m di larghezza, e aveva una rotonda panoramica rivolta a sud.

Il primo nucleo del Padiglione A, interamente realizzato in mattoni, è costituito da una serie di ambienti che affacciavano su un vasto peristilio-giardino, ora del tutto scomparso, oltre che da una balconata con finestre e un belvedere semicircolare con colonne.

Il Padiglione B della Villa dei Sette Bassi è caratterizzato da sale di rappresentanza e stanze da letto lussuose. Sono ancora conservati una grande sala di soggiorno, un ambiente con nicchia rettangolare ed una sala con impianto di riscaldamento, probabilmente un ambiente termale.

La terza struttura, il cosiddetto Padiglione C, è attribuita alla fine del regno di Antonino Pio, ed è la più grande e sfarzosa, con aule termali, grandi sale a più piani e un criptoportico. L’accesso originario al padiglione doveva essere nell’area sud-ovest, in prossimità del diverticolo proveniente dalla Via Latina, dove si trovano oggi i resti di ambienti riccamente decorati. Questo ambiente era caratterizzato anche da un grande ippodromo-giardino di forma rettangolare, largo 95 m per 327 m, terrazzato e cinto da un criptoportico, e doveva contenere al suo interno specchi d’acqua, viali, costruzioni ornamentali, statue e fontane.

La parte della Villa dei Sette Bassi compresa tra i Padiglioni A e B era probabilmente il luogo dove abitava la popolazione rurale e dove avevano luogo gran parte delle attività domestiche e agricole. Nell’area sono visibili i resti del cosiddetto tempietto oggi identificato con un ninfeo, e ulteriori scavi archeologici (cenatio estiva).

Il Padiglione C della Villa dei Sette Bassi è un complesso che costituisce il lato di fondo di un grande peristilio-giardino, lungo 320 metri e limitato da un lungo terrazzamento artificiale, su cui si trova un criptoportico. Questo ambiente della Villa dei Sette Bassi ricopriva per lo più funzioni di rappresentanza, e comprende vaste aule a più piani, un impianto termale e sale di soggiorno. Una grandiosa fronte finestrata, alta quattro piani, era ancora visibile fino a quando un forte temporale nel 1951 la fece crollare definitivamente.

Precedentemente, durante la Seconda Guerra Mondiale, le strutture della Villa dei Sette Bassi furono gravemente danneggiate, in particolare nel corso del bombardamento del 1944 da parte dell’aviazione britannica, in un’azione mirata a colpire i vicini studi cinematografici di Cinecittà.

Seguendo il percorso in direzione dell’uscita abbiamo ancora vedute dei Padiglioni B e C, mentre torniamo verso il Padiglione A con l’Antiquarium ex-latteria, e ci dirigiamo verso l’uscita e la fine della nostra passeggiata.

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