Quarto e ultimo appuntamento estivo con i tour teatralizzati serali che Roma Guide Tour propone per l’Estate Romana 2019. Questo weekend del 6-8 settembre il nostro tour Amori Tormentati del Centro Storico Romano farà conoscere e rivivere, attraverso le teatralizzazioni dell’attrice e regista teatrale Michela Barone, alcune figure storiche femminili che hanno segnato la storia di Roma: Beatrice Cenci, Lucrezia Cognati, Serafina Lorenza Feliciani, e Giulia Farnese.
PUNTO D’INCONTRO: Lungotevere Castello 50, in prossimità dell’ingresso di Castel Sant’Angelo.
Il nostro tour teatralizzato parte da Castel Sant’Angelo, castello famoso non solo per essere stato per secoli la fortezza dei pontefici ma anche perchè prima di diventare un poderoso castello fu utilizzato come mausoleo, infatti il suo nome originario era Mausoleo di Adriano. Ma oltre ad essere utilizzato come casello e mausoleo fu utilizzato per un lungo periodo come prigione e come luogo dove venivano eseguite le condanne a morte dei nobili romani, come Beatrice Cenci, che saràil primo personaggio che il nostro tour teatralizzerà, proprio in prossimità di questo splendido monumento.
Il più famoso fantasma di Roma è quello di Beatrice Cenci, giovane dama appartenuta a una delle potenti famiglie tardo-rinascimentali. Si dice che il suo fantasma compaia nella notte fra il 10 e l’11 settembre, lungo il ponte che conduce a Castel Sant’Angelo. La sua storia ha ispirato dipinti, tragedie e romanzi di famosi autori come Dumas e Stendhal.
Beatrice era la figlia di Francesco Cenci, un nobile, a cui il temperamento violento e la condotta immorale in più di un’occasione avevano causato problemi con la giustizia papalina. A Roma vivevano in un palazzo della metà del XVI secolo, situato nel Rione della Regola, edificato sulle rovine di un precedente fortilizio di epoca medievale. Perfino fra le pareti domestiche Francesco Cenci si comportava come un bruto. Maltrattava la moglie e i figli, ed era arrivato al punto di avere rapporti incestuosi con Beatrice.
Era stato in prigione per altri crimini commessi, ma grazie alla benevolenza con cui i nobili venivano trattati, era stato scarcerato assai presto. La giovane aveva tentato di informare le autorità dei frequenti abusi, ma ciò non aveva avuto alcun seguito, sebbene chiunque a Roma fosse a conoscenza di che tipo di persona era Francesco Cenci. In preda all’esasperazione, i quattro Cenci non trovarono alternativa al tentativo di eliminare il despota e tutti insieme organizzarono un un piano.
Nel 1598, durante uno dei soggiorni di Francesco al castello, il guardiano e il maniscalco (il primo dei due pare fosse l’amante segreto di Beatrice) li aiutò a drogare l’uomo, trapassargli il cranio e poi la gola con un lungo chiodo ed infine a gettare il corpo da un balcone, per simulare una caduta accidentale. Ma le guardie pontificie ritrovarono il corpo, e l’esame rivelò non avere ferite compatibili con una caduta. Inoltre una serva a cui Beatrice aveva ordinato di lavarele lenzuola macchiate di sangue, giustificandole con le proprie mestruazioni, si insospettì e riferì del fatto agli investigatori. Il guardiano, minacciato di tortura, confessò il crimine; riuscì in seguito a fuggire, ma un amico di famiglia dei Cenci ne ordinò l’uccisione, per evitare altri rischi. Il maniscalco fu quasi torturato a morte; inizialmente confessò, poi ritrattò ma morì poco dopo. Anche la confessione di Beatrice fu ottenuta sotto tortura. I 4 membri della famiglia Cenci vennero quindi giudicati colpevoli e condannati a morte.
Il popolo di Roma, che sapeva dei retroscena del delitto, si sollevò contro la decisione del tribunale, ottenendo una breve proroga dell’esecuzione. Ma il papa Clemente VIII, nonostante il nome che portava, non mostrò affatto pietà: così l’11 settembre 1599, all’alba, tutti e quattro i membri della famiglia furono condotti a Ponte Sant’Angelo, dove veniva alzato il patibolo per le esecuzioni pubbliche, lo stesso ponte dove si dice che appaia lo spettro di Beatrice.
Assecondando la sua volontà, Beatrice fu sepolta nella chiesa di San Pietro in Montorio, benché in una tomba anonima (in quanto giustiziata). Il popolo di Roma la elesse a simbolo della resistenza contro l’arroganza dell’aristocrazia, ciò che ancora oggi, nella notte alla vigilia della sua esecuzione, ne riporta sul ponte il fantasma con in mano la propria testa recisa.
Il tour continuerà per le strade di Roma lungo Corso Vittorio Emanuele, dove parleremo degli sventramenti e lavori compiuti per rendere la città di Roma alla pari di grandi capitali europee a costo di distruggere il suo volto antico. Qui, poco distante da uno dei corsi principali di Roma che collega Piazza Venezia con il Vaticano, incontreremo all’altezza di via Monserrato Lucrezia Cognati detta Imperia, l’amante e poi moglie di Agostino Chigi, un grande banchiere che finanzio diversi pontefici e che è famoso soprattutto per la sua villa che si affaccia sul fiume Tevere e oggi è chiamata la Farnesina.
Divina Imperia cortigiana e musa della corte papalina aveva “parecchi cardinali che si contendevano le sue grazie“. Il suo grande amore è però il patrizio romano Angelo del Bufalo, che non è portato a compromettersi più di tanto, se cede spontaneamente il posto al ricco banchiere Agostino Chigi, divenuto l’autentico protettore di Imperia dal 1508. Questo non vuol dire che la Divina lasci i suoi clienti, grazie ai quali si arricchisce; la sua libertà è fuori discussione nel suo nuovo palazzetto in via Giulia. Anche se spesso risiede presso l’amante ufficiale, che si viene costruendo una villa alla Lungara, detta in seguito La Farnesina. E per costruirla e decorarla chiama i maggiori artisti, come il Perugino, Sebastiano del Piombo, Baldassarre Peruzzi, Giovanni da Udine, Giulio Romano, il Sodoma e Raffaello, che finiscono per essere poi anche suoi ospiti in quella residenza. Così la bellezza di Imperia finisce immortalata negli affreschi delle logge realizzati da Raffaello. Eccola protagonista di Amore e Psiche, omaggio straordinario alla sua bellezza, visto che Psiche era perseguitata perché più bella della stessa dea. E Imperia ispira Raffaello anche nel ritratto del Trionfo della Galatea, tanto che l’artista finisce per urlare che non terminerà l’affresco se non gli verrà concessa come modella la splendida cortigiana.
Imperia è il personaggio femminile più famoso della “dolce vita” di quegli anni, ma non è felice. Agostino Chigi improvvisamente ha una giovanissima amante ed è intenzionato a sposarla. La Divina si sente messa da parte, cade in depressione e nel 1512 si avvelena.
Da via Monserrato il nostro tour proseguirà verso Campo dei Fiori un altro luogo caratteristico di Roma, non solo per il celebre mercato ma anche perché era una altro luogo preposto alle esecuzioni pubbliche in questo caso degli eretici, visto che è l’unica piazza di Roma senza una chiesa, in questa zona infatti venne bruciato vivo Giordano Bruno nel 1600. Da Campo dei Fiori ci sposteremo verso Piazza Farnese, celebre per il palazzo sede dell’ambasciata di Francia ma anche per la celebre famiglia dei Farnese a cui il palazzo deve il suo nome. A Piazza Farnese il nostro tour teatralizzato farà conoscere la storia e le gesta di Serafina Feliciani, moglie di Cagliostro.
Serafina Feliciani nacque a Roma nel 1751. Le cronache del tempo la descrivono come una donna d’impareggiabile bellezza. Di media statura, fisicamente aggraziata, dalla carnagione bianca e luminosa, non passava inosservata. Giuseppe Balsamo, destinato a diventare il conte di Cagliostro, incontrandola ne rimase folgorato dal suo volto angelico, dai suoi occhi celesti e dai suoi lunghissimi capelli biondi ed ondulati, sciolti sulle spalle. Entrambi compresero di essere fatti ‘uno per l’altra e, nel giro di pochissimi mesi si sposarono presso la Chiesa di San Salvatore in Campo.
La loro permanenza dei due giovani sposi, a Roma, durò solo un anno a causa di un lungo peregrinare che li avrebbe condotti come ospiti di riguardo delle maggiori corti europee. Lei, dolce e sensuale, possedeva la capacità di ammaliare chi gli stesse attorno. Lui, ieratico e magnetico. Si mostrava depositario di occulti segreti che affondavano e loro radici nella enigmatica tradizione egizia. Serafina fu coinvolta nell’attività di propaganda massonica del marito, che la mise a capo della Loggia di Iside, la loggia femminile di rito egiziano. Cagliostro assunse il nome di gran cofto, Serafina della regina di Saba. Serafina collaborò fattivamente agli esperimenti alchemici e alla preparazione di farmaci sviluppati dal marito.
Dopo vent’anni di continuo girovagare per le corti europee, decisero di ritornare a Roma, e per ragioni diverse; Cagliostro per fare proseliti ed importanti amicizie al fine di vedere riconosciuto da papa Pio Sesto il suo celebre rito egizio; Serafina con l’intenzione di riavvicinarsi ai propri familiari. Ma Cagliostro commise un grosso errore di valutazione, in quanto Roma non era una città sicura. Le notizie della rivoluzione francese avevano messo in allarme lo stato pontificio, e la presenza di Cagliostro a Roma fu vista come un potenziale pericolo alla sicurezza del pontefice. Per tale ragione la santa inquisizione romana cominciò a sguinzagliare i propri emissari per spiarlo e raccogliere prove per poterlo incastrare. Intanto, i continui dissapori fra Cagliostro e Serafina, convinta dai genitori ad abbandonare il marito al proprio destino, produssero i risultati sperati.
Serafina rilasciò dichiarazioni su presunti misfatti operati dal conte di Cagliostro, a cui si aggiunsero due denunce ai suoi danni per attività massonica, empietà e atti contrari alla religione. Papa Pio sesto, convocato il collegio degli inquisitori, decretò il suo arresto. Lorenza credeva di essersi liberata del suo passato, ma ebbe la sgradita sorpresa di cadere nella mani dell’inquisizione romana. Arrestata, fu costretta a scontare il resto dei propri giorni reclusa presso il Monastero di Santa Apollonia dove morirà, per colpo apoplettico, nel 1810, con l’eterno rimorso di aver tradito il suo più grande amore. Consegnandolo, dopo aver condiviso momenti di fasti e di gloria, nelle mani della Santa Inquisizione.
Una curiosità sulla coppia mistica. Sia Cagliostro che Serafina sono entrati a far parte, in tempi recenti, dell’universo Marvel di supereroi. Nel mondo di fantasia della Marvel il destino di Lorenza Serafina Feliciani, in conseguenza dei numerosi tentativi di Cagliostro di uccidere il Conte Dracula, viene trasformata in vampiro dallo stesso Dracula.
Il nostro tour teatralizzato continuerà verso Via Giulia che si sviluppa dietro il celebre Palazzo Farnese, e che ci darà modo di introdurre l’ultimo personaggio del nostro percorso, la bellissima Giulia Farnese, amante di papa Alessandro VI Borgia e probabilmente una delle artefici dell’ascesa al potere della famiglia Farnese.
Giulia Farnese fu amante di papa Alessandro VI. La sua avvenenza, che le valse fra i contemporanei l’appellativo di Giulia la Bella, aprì a lei e alla sua famiglia la via del potere e della ricchezza, dando inizio alle fortune di casa Farnese.
All’età si 15 anni andava in sposa ad Orsino, diciassettenne cugina del cardinale Borgia. Lo sposo era orbo di un occhio (tant’è vero che era soprannominato monoculus Orsinus) e benché appartenesse a una famiglia di gran nome era un personaggio scialbo e insignificante: un militare che fece sempre di tutto per non trovarsi in battaglia. Il matrimonio vero e proprio avvenne un anno dopo, il 9 maggio 1490, a Roma e fu festeggiato con una grande cavalcata della nobiltà romana.
Si discute se alla data delle nozze Giulia fosse già l’amante di Rodrigo Borgia, uomo molto incline alla sensualità, e se la figlia di Giulia, Laura Orsini, fosse di Orsino o di Rodrigo. La relazione con il Borgia era certamente consolidata nel 1493, quando troviamo Giulia a Roma, lontana dal marito, insediata nel palazzo del cardinale Giovan Battista Zeno in Santa Maria in Portico (attiguo al Vaticano, dove attualmente si trova il colonnato del Bernini) insieme alla figlia del papa, Lucrezia Borgia, sotto la tutela compiacente della suocera Adriana de Mila.
Giulia era ormai a tutti gli effetti l’amante riconosciuta del papa, completamente accecato dalla passione per quella giovane bella e conturbante, tanto che i contemporanei presero ad appellarla concubina papae o addirittura, con maliziosa ironia, sponsa Christi. Quella che avrebbe dovuto essere una semplice storia di letto si trasformò in un’incontenibile passione senile, devastante e ossessiva, la cui fiamma brillò a lungo, alimentata da un desiderio oscuro e da una gelosia morbosa e a tratti delirante: papa Alessandro arrivò al punto di minacciare Giulia di scomunica se si fosse allontanata da lui.
Le notizie sull’avanzata di Carlo VIII erano sempre più preoccupanti e a Roma si diffondeva una paura crescente. Il Papa non aveva alcuna intenzione di lasciare la Santa Sede, nonostante molti glielo suggerissero caldamente. Giulia invece temeva per se stessa e per la figlia e lasciò Roma all’improvviso, di nascosto e all’insaputa del papa. Da quel momento, Alessandro VI non avrebbe mai più rivisto la sua amata.
Dove si sia recata Giulia dopo quella fuga non è certo. E’ possibile che abbia raggiunto il marito a Bassanello, o che si sia rifugiata direttamente nel castello di Carbognano, dove la ritroviamo qualche anno dopo. Di Giulia si ritrovano le tracce verso la fine del 1503. Il 18 agosto di quell’anno Papa Alessandro era morto e la rovina cominciava ad abbattersi su casa Borgia. Per i Farnese era tempo di affidare ad altri la propria fortuna e fu ancora una volta Giulia ad essere protagonista di uno dei momenti-chiave di questa ascesa. Dopo il breve pontificato di Pio III, che morì ad un mese dall’elezione, il conclave elesse papa Giuliano della Rovere che assunse il nome di Giulio II. La Bella, ormai trentenne, tornò a Roma per combinare proficue nozze per la sua unica figlia. L’astro dei Della Rovere era al suo apogeo e Giulia comprese bene l’opportunità di un matrimonio con questa potente casata. Le trattative andarono a buon fine, tanto che nel 1505 la tredicenne Laura Orsini sposò Niccolò della Rovere, figlio di una sorella del Pontefice.
Giulia rimase a Carbognano fino al 1522. Lasciato il castello, fece ritorno a Roma, dove trascorse gli ultimi due anni della sua esistenza. Nel 1524 morirà, per cause sconosciute all’età di 48-49 anni, nelle stanze di Palazzo Farnese, costruito pochi anni prima dal fratello Alessandro. La sua bellezza è ciò che di lei ancora oggi resta: E’ possibile infatti ammirare il suo delicato volto nella Madonna con il Bambino del Pinturicchio, nelle fanciulle di ben due opere di Raffaello, la Dama con liocorno e nella Trasfigurazione, e ancora nella Dama e l’unicorno di Luca Longhi.
Il nostro tour teatralizzato serale, della durata di circa due ore, si concluderà verso le 22.30 a Largo Argentina tra i gatti che bivaccano sulle rovine dei 4 templi riscoperti durante i lavori del ventennio fascista; parleremo anche del perché questo luogo è cosi importante per i romani, soprattutto ogni 15 marzo di ogni anno dal 44 a.c. Per tutti gli amanti di storia, cultura e teatro i tour teatralizzati di Roma Guide Tour sono occasioni imperdibili.
PRENOTAZIONI
Le tariffe sono abbordabili e “popolari”:
1 partecipante: 10 euro
coppia di partecipanti: 18 euro
bambini fino ai 10 anni: gratis
ragazzi tra i 10 e i 16 anni: 5 euro
gruppi: sconti per gruppi, contattatemi per dettagli
Per le prenotazioni basterà inviare un’email all’indirizzo info@romaguidetour.it. Per maggiori informazioni e prenotazioni, anche per gruppi numerosi (per i quali sono disponibili sconti di gruppo), vi invito a contattarmi direttamente. Se volete coinvolgere vostri amici, invitateli condividendo con loro l’evento Facebook appositamente creato per questo tour.
Se proprio non riuscite a partecipare ai tour teatralizzati estivi ricordatevi che sono sempre disponibile per tour personalizzati e di gruppo e visite guidate a Roma e in tutte le principali destinazioni della provincia di Roma.