Oggi vi invitiamo a seguirci in un tour incentrato sul maestro lombardo Michelangelo Merisi da Caravaggio, conosciuto come Caravaggio. La nostra passeggiata si snoderà lungo i vicoli del centro storico di Roma, gli stessi in cui anche Caravaggio si muoveva, e ci consentirà di ammirare le più famose opere romane di Caravaggio. Sarà possibile ricostruire insieme l’atmosfera artistica e sociale della Roma della prima età barocca, popolare e aristocratica, vivace e violenta, la Roma vissuta da Caravaggio.
Il tour di Caravaggio parte da Santa Maria del Popolo, subito dopo la celebre porta che collegava la città eterna con le città del centro e nord Italia per concludersi in zona Vaticano. Sappiamo che Caravaggio soggiornerà a Roma tra il 1593 e il 1606 e proprio durante gli anni romani della sua breve vita realizzò alcune tra le sue opere più alte, godendo della protezione dei potenti ma al tempo stesso, da temperamento ribelle quale era, sovvertendo i canoni artistici dettati dalla Controriforma in nome di una nuova forma di realismo in pittura.
Partendo dalla Basilica di Santa Maria del Popolo non possiamo non parlare della Cappella Cerasi dove + possibile ammirare un primo capolavoro del maestro Caravaggio. Era il 24 settembre 1600 e fu firmato il contratto per le due opere che il cardinale Tiberio Cerasi, tesoriere di papa Clemente VIII, commissionò per la cappella familiare nella Basilica di Santa Maria del Popolo. Si tratta di una delle cappelle più celebri e importanti della storia dell’arte italiana e non solo, perché lavorarono insieme i due maggiori pittori attivi nella Roma dell’epoca, confrontandosi per l’unica volta proprio qui, nella cappella Cerasi tra il 1600-1600, Annibale Carracci e Caravaggio, dando vita a uno dei capolavori inaugurali del Seicento romano.
Caravaggio eseguì per la cappella Cerasi la Crocifissione di S.Pietro e la Conversione di S. Paolo. E’ infatti possibile ammirare il confronto tra il classicismo di Annibale Carracci, autore dell’Assunzione e il dinamico realismo di Caravaggio, autore del Martirio di San Pietro e Conversione di San Paolo spesso più vicini agli uomini che ai santi. Caravaggio, infatti dispose le figure delle sue tele lungo una linea diagonale fortemente inclinata, al fine di esaltarne la resa scenografica. Inoltre, il maestro lombardo collocò i suoi personaggi in primo piano all’interno delle scene di grande profondità prospettica, per accentuare l’illusione delle figure di uscire dai dipinti nello spazio reale. I riferimenti alla pala centrale si possono notare anche guardando l’apostolo, Pietro si torce in direzione della Vergine dell’altare, alla quale si affida nel momento del martirio dal lato destro, il gesto di Paolo, che allarga le braccia di fronte alla visione del Signore, à analogo a quello dell’Assunta che pare a sua volta protendersi, dall’altare, in un abbraccio che accoglie i visitatori della cappella. Tali invenzioni e innovazioni pittoriche influenzeranno come già detto tanti artisti come Gian Lorenzo Bernini per la creazione della sua cappella Cornaro con la celebre opera scultore di Santa Teresa d’Avila, in Santa Maria della Vittoria.
Partendo da questa chiesa si può già percepire il clima che si respirava a Roma all’arrivo di Caravaggio. La riforma luterana avevano messo in discussione la pratica delle indulgenze e di conseguenza, alcuni dei principi fondamentali della Chiesa di Roma, negando di fatto, il potere della Chiesa di perdonare i peccati e la possibilità di ottenere la grazia divina attraverso la penitenza e le indulgenze (che all’epoca venivano concesse, di prassi, in cambio di offerte in denaro), e asserendo invece il principio della grazia passiva, derivata direttamente da Dio attraverso la fede, Lutero (che durante il suo soggiorno romano sarà ospitato proprio nella chiesa di Santa Maria del Popolo) era andato ad intaccare i fondamenti stessi dell’esistenza della Chiesa cattolica romana e, soprattutto, il ruolo di intermediazione – fino a quel momento da essa ricoperto – tra l’uomo e il Divino. La reazione cattolica, sancita nel concilio di Trento nel 1563, si manifestò vigorosamente in varie forme. Tra queste, il potere dell’espressione artistica fu utilizzato per ribadire con forza i principi negati da Lutero, in particolare il ruolo dei Santi e della Vergine come intermediari della grazia divina come si può notare in questa prima tappa.
Il nostro tour proseguirà lungo Via del Corso, celebre strada della capitale che porta questo nome perché ogni anno e ogni carnevale si organizzava la celebre corsa dei cavalli berberi che partiva da Piazza del Popolo e terminava a Piazza Venezia con la cosiddetta frenata, dove decine di giovani cercavano di frenare bloccare la corsa di questi cavalli del nord africa ma spesso con risultati tragici soprattutto per quest’ultimi.
Non molto distante da questa celebre strada arriviamo di fronte alla chiesa dei SS. Ambrogio e Carlo al Corso nella cosiddetta zona Alli Pantani. Tale zona era notoriamente conosciuta come luogo di malaffare, frequentato da balordi e cortigiane alcune delle quali, di alto rango, erano persino riuscite a comprare una dimora, infatti non molto distante da questa chiesa a Piazza del Monte d’Oro vi era un muro con due porte, chiuso ad ore fisse per regolamentare il controllo sulla prostituzione, mentre verso il Mausoleo di Augusto si trovavano i cosiddetti ortacci e i campi della Pallacorda.
Gli ortacci erano i quartieri abitati dalle prostitute, un vero e proprio ghetto chiuso, molte donne frequentate da Caravaggio hanno abitato in queste zone come probabilmente una certa Maddalena Antognetti, detta Lena, amante di Caravaggio. Figlia d’arte, dato che anche sua madre e sua sorella si prostituivano, Lena è un bella ragazza romana, e come tale appare nei panni della Madonna dei Palafrenieri, eseguite da Caravaggio per la chiese di Sant’Agostino una delle tappe di questo tour.
Lena non è l’unica cortigiana a far da modella a Caravaggio. Molti studiosi hanno ipotizzato che a posare per la Maddalena e per la figura della Madonna nel Riposo dalla fuga in Egitto, due opere che è possibile ammirare nel Palazzo Doria Pamphili lungo via del Corso, sia stata Anna Bianchini, curiale romana di origine senese. Questi dimostra come l’artista lombardo utilizzasse come modelli gente del volgo che rendono le sue opere realistiche e ci riportano indietro nel tempo in questa Roma dove vivevano due anime lo sfarzo più estremo e la povertà più nera.
La zona dove sorge la Chiesa dei SS. Ambrogio e Carlo al Corso, è importante anche perché Caravaggio fu arrestato per due volte nel giro di tre mesi, una volta per porto d’armi abusivo e la seconda per vandalismo, ma riuscirà sempre a cavarsela per le sue conoscenze e protettori.
Procedendo verso Piazza Navona è possibile incrociare altri luoghi riconducibili alla vita quotidiana dell’artista e al temperamento turbolento dell’artista è riscontrabile in altri luoghi della città etera come: Il Vicolo del Divino Amore e via dei Prefetto dove sorgeva la casa presa in affitto da Caravaggio assieme al suo garzone Francesco, una casa costituita da una sala con camere, scale, cantine, cortile, orto e pozzo, successivamente sappiamo la casa subì lavori di ristrutturazione tra il 1601 e il 1604 e che venne adattata in due appartamenti per una rendita.
Da qui sarà possibile raggiungere altri luoghi che si collegano alla vita violenta dell’artista lombardo come Piazza della Pallacorda, Via della Lupa e Via della Maddalena spesso causati da futili motivi come nel caso di un piatto di carciofi conditi malamente da un locandiere, altre volte per oltraggio a pubblico ufficiale e infine per omicidio, quella che coinvolse Ranuccio Tomassoni in zona Piazza Firenze, un’azione che porterà l’artista lontano da Roma e non farvi più ritorno. Questa zona di Roma era famosa per i campi per il gioco della pallacorda, l’episodio criminoso più noto del Caravaggio avviene proprio qui forse, ma non è certo, a seguito di una discussione per una partita di pallacorda in cui il pittore uccide Ranuccio Tomassoni. Non è possibile ad oggi stabilire le reali motivazioni che portarono alla morte di Ranuccio Tomassoni; per Caravaggio, ormai in fuga, viene applicata la condanna alla pena capitale in contumacia.
Arriviamo in prossimità di altre due chiese che custodiscono altri capolavori di Caravaggio, San Luigi dei Francesi e San Agostino, ma prima incontreremo lungo il nostro percorso Palazzo Madama (oggi sede del Senato della Repubblica) una volta dimora del potente cardinale Francesco Maria Del Monte (uno dei principali protettori di Caravaggio e uno dei suoi più importanti estimatori), accolse l’artista lombardo che si fermò dall’estate del 1597 al 1600 circa.
Sarà proprio nel palazzo di Francesco Maria Del Monte che Caravaggio assapora finalmente un periodo di tranquillità dopo le difficoltà finanziarie dei primi anni romani descritte dai biografi seicenteschi, e ha modo di entrare in contatto con gli intellettuali e i mecenati più illustri. Proprio in questo ambito di fine secolo, fra luoghi familiari al pittore concentrati intorno al palazzo del cardinale Del Monte, quello della famiglia Crescenzi nei dintorni del Pantheon e il palazzo Giustiniani di fronte alla Chiesa di San Luigi dei Francesi, che prende corpo la prima commissione pubblica i quadri laterali della cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi raffiguranti la Vocazione e il Martirio di San Matteo; poco dopo, nel 1602 il pittore realizzerà anche la pala d’altare con San Matteo e l’Angelo.
Arrivati nei pressi di Piazza Navona a pochi passi dalle chiese di San Luigi dei Francesi e San Agostino era possibile trovare ai margini del mondo artistico ufficiale e dei palazzi cardinalizi, innumerevoli pittori vivevano senza protezione dipendendo dai mercanti che rivendevano le loro merci in piccole botteghe nei Rioni Parione e Campo Marzio, o sui banchi di Piazza Navona. Ed è proprio qui, in uno dei mercati più floridi dell’Urbe, che vivono ed operano alcuni dei personaggi, fra artigiani, artisti e committenti, legati a Caravaggio.
Una zona che occupava una posizione strategica trovandosi a nord di piazza Navona, dove si svolgeva un vivace mercato settimanale, e a monte del Porto di Ripetta, scalo fluviale delle merci. Oggetto di eccezionale sviluppo fin dall’inizio del Cinquecento, un’area che aveva subito interventi di riqualificazione da parte di diversi pontefici che avevano favorito l’apertura della via Leonina (via della Scrofa) con l’obiettivo di ripopolare un’area in gran parte disabitata. La nuova via aveva lo scopo anche di collegare le chiese agostiniane di S. Maria del Popolo e S. Agostino e in generale, la zona nord di Roma.
Proprio nella Chiesa di S. Agostino, la famiglia del marchese Ermete Cavalletti (morto nel 1602), aveva acquistato nel settembre del 1603 una cappella per ornarla, secondo le volontà del defunto, di un dipinto che onorasse la Madonna di Loreto, cui il loro congiunto era particolarmente devoto. Verso la fine dello stesso anno Caravaggio cominciò dunque a dipingere, per il primo altare sulla sinistra della chiesa, la famosa immagine della Madonna che con il Bambino in braccio si affaccia sull’uscio della porta della Santa Casa – che la tradizione vuole portata in volo dagli angeli da Nazareth per metterla al riparo dai pericoli della guerra, approdando a Loreto – e accoglie i due umili pellegrini. Il dipinto pone l’accento non tanto sulla casa, in cui si credeva la Vergine avesse vissuto, quanto sul pellegrinaggio rappresentato dai due personaggi in primo piano. Devotamente inginocchiati e rappresentati realisticamente con i piedi scalzi e sporchi, i pellegrini accedono alla ricompensa della visione divina. Il quadro non venne rifiutato, anzi probabilmente ne fu apprezzato lo spirito pauperistico della scena, ma la scena dei pellegrini lasciò qualche perplessità nei biografi che hanno alimentato la leggenda nera di Caravaggio.
Non molto distante da San Agostino è possibile ammirare un’altra chiesa simbolo della comunità francese a Roma, San Luigi dei Francesi. La chiesa fu edificata tra il 1519 e 1589 sulle rovine di un’antichissima chiesetta e posta non lontano da Palazzo Madama, residenza del cardinale Del Monte. Dopo dieci anni dalla sua inaugurazione, la chiesa veniva arricchita internamente con tre dipinti destinati alla Cappella Contarelli richiesti a Caravaggio. La commissione, ottenuta probabilmente attraverso l’aiuto del cardinale Del Monte rappresenta per Caravaggio il debutto sulla scena artistica romana. Nel contratto firmato il 23 luglio 1599, l’artista si impegna con la Congregazione della Chiesa, a realizzare entro l’anno, due grandi quadri raffiguranti Storie di San Matteo. La somma pattuita è notevole: 400 scudi complessivi, la stessa cifra offerta quasi due anni prima per lo stesso lavoro al Cavalier d’Arpino, un pittore all’apice della sua fama.
Caravaggio lavora inizialmente al Martirio di San Matteo confrontandosi per la prima volta con una composizione su larga scala animata da un gran numero di figure, ma il risultato non dovette soddisfarlo troppo perchè ricoprì la prima versione dipingendovi sopra la composizione definitiva che oggi è visibile nella cappella. Sul lato opposto invece è possibile ammirare la Vocazione di San Matteo appare nelle sue modalità esecutive molto diversa e più matura, segno che Caravaggio è ormai consapevole delle sue potenzialità espressive anche in dimensioni monumentali ma dove è possibile ritrovare diversi omaggi ad artisti del passato come Michelangelo e Leonardo.
Qualche anno dopo, Caravaggio firmerà un contratto con l’abate Giacomo Crescenzi per l’esecuzione della pala raffigurante San Matteo con angelo da collocarsi sopra altare della cappella Contarelli; la somma concordata fu di 150 scudi. Tema che presenta due versioni e che ha alimentato ulteriormente la leggenda nera di questo artista, infatti sappiamo che la prima opera poi distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale non trova effettiva sistemazione nella cappella e viene acquistata dal marchese Vincenzo Giustiniani, che dell’artista era uno dei massimi collezionisti; nel suo palazzo nei pressi di San Luigi dei Francesi, ora sede del Senato, arriverà a possederne quindici opere. Questo ci fa pensare che il maestro lombardo avesse realizzato un opera per farsi notare dalla committenza privata meno fiscale sui temi religiosi e la dottrina. probabilmente il saldo di 65 scudi da parte di Francesco Contarelli, datato 22 settembre 1602.
Queste sono solo alcune delle principali curiosità che scoprirete in questo tour ma se volete sapere di più allora non vi resta che prenotare un tour sulla Roma di Caravaggio dalla durata di 3 o 6 ore. Contattatemi per info e prenotazioni!