Dopo aver annunciato nel nostro ultimo articolo il calendario degli eventi previsti dal Giubileo 2025 per la celebrazione dell’Anno Santo, e proposto come primo itinerario giubilare a Roma l’itinerario delle Basiliche Papali a Roma, proseguiamo la nostra serie di itinerari giubilari offrendovi un percorso alla scoperta delle chiese giubilari di Roma.
Le principali chiese giubilari romane restano sempre le Basiliche Papali Maggiori, che hanno anche l’importanza di ospitare le Porte Sante, ma sono tante a Roma le chiese giubilari da secoli sono un punto di ritrovo dei pellegrini dell’Anno Santo. Alcune di queste chiese restano ancora poco conosciute ai più, o fuori dai classici itinerari turistici, ma sono luoghi di sicuro interesse, anche per gli aspetti religiosi che rappresentano, specialmente per i fedeli e pellegrini del Giubileo. Dedichiamo quindi questo articolo a presentare alcune tra le più importanti chiese giubilari romane, offrendo un itinerario giubilare alternativo.
Il Santuario del Divino Amore
La prima chiesa giubilare meno conosciuta, soprattutto perché si trova fuori città oltre le Mura Aureliane ad una decina di chilometri dalla chiesa del “Domine Quo Vadis”, è il Santuario del Divino Amore. Il Santuario del Divino Amore si trova fuori dalla città eterna lungo la strada Ardeatina, immerso nella campagna romana e lungo il limite del Parco dell’Appia Antica. Questo santuario è sotto la protezione della Madonna, che secondo la leggenda soccorse un pellegrino disperso in queste campagne nel 1740. Non mancano altre testimonianze di fede circa le apparizioni della Madonna, come quelle fatto dai cittadini romani durante gli orrori della seconda guerra mondiale.
Il Santuario del Divino Amore venne ingrandito per volere di Giovanni Paolo II, che consacrò poco prima dell’anno santo del 2000. Il Santuario del Divino Amore ospita anche un icona bizantina che rappresenta il legame tra aria e spirito santo, ed è una delle tappe del giro delle 7 chiese di cui parleremo nei percorsi dedicati al Giubileo. Più di recente, il santuario si è prestato come set cinematografico per diversi film d’autore, soprattutto quelli collegati al grande cinema italiano degli anni ’50-60.
Colle Aventino, verso la Chiesa di Santa Prisca
Tornando all’interno della cinta muraria della città eterna e salendo su uno un dei suoi sette colli, l’Aventino, scopriremo in una zona silenziosa e poco trafficata, immersa nel verde, la Chiesa di Santa Prisca. La Chiesa di Santa Prisca si raggiunge percorrendo le tranquille strade dell’Aventino fino a superare la piazza del Tempio di Diana.
Il primo nucleo della Chiesa di Santa Prisca risale probabilmente al I sec d.C., quando fu costruita sui resti della casa della martire Prisca, uccisa durante il regno dell’imperatore Claudio. Sarà poi riscostruita intorno alla metà del 1400 dal papa Callisto III. L’elemento più suggestivo si trova sotto le sue navate, dove si conservano ancora le strutture originarie dell’edificio di culto, come la casa del I secolo d.C. o addirittura degli ambienti adattati al culto del dio Mitra (divinità di cui abbiamo già parlato a proposito dei Mitrei di Ostia), raffigurato negli affreschi che ne raccontano le gesta e la storia.
Il colle Aventino inoltre offre altri spunti di visita come le chiese di Santa Sabina, San Alessio e Sant’Anselmo, la terrazza panoramica del Parco Savello, e il buco nella serratura nel portone dell’Ambasciata del Priorato dell’Ordine di Malta.
Le Chiese di Santa Maria in Monserrato degli Spagnoli e di San Paolo alla Regola
Lasciamo l’Aventino per spostarci verso il centro della città. in quello che era il “quartiere rinascimento”, tra le vie del Banco di Santo Spirito, Via dei Banchi Nuovi, Piazza Navona, Piazza Farnese e Campo de’ Fiori.
Anche la Chiesa di San Paolo alla Regola è una struttura costruita intorno alla prima abitazione romana del santo, che dopo anni di evangelizzazione dei latini venne fatto uccidere per ordine dell’imperatore Nerone, intorno al 64 d.C. L’edificazione del luogo di culto risale però ufficialmente al 1186. La Chiesa di San Paolo alla Regola anche in questo caso fu completamente riedificata alla fine del XVII secolo durante il periodo di massimo splendore del regno del papa re, medesimo destino che interessò buona parte delle chiese romane, spesso alterandone la struttura originale o medievale.
Non molto distante dalla Chiesa di San Paolo alla Regola è possibile visitare anche la Chiesa di Santa Maria in Monserrato degli Spagnoli, la cui fondazione è decisamente più recente rispetto a quella collegata a San Paolo alla Regola. La Chiesa di Santa Maria in Monserrato degli Spagnoli fu iniziata su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane nel 1518, fu completata tra il 1673 e il 1675, ed era la chiesa collegata alla comunità degli Aragonesi e dei Catalani, mentre oggi è la chiesa nazionale degli Spagnoli a Roma. Una testimonianza interessante di come Roma fosse una volta divisa non solo in rioni e quartieri, ma anche in tante zone collegate a culture diverse, come per l’appunto catalani, castigliani, ecc.
Nella Roma Umbertina, la “Chiesa Nuova” di Santa Maria in Vallicella
Lasciando la zona di Campo de’ Fiori, Piazza Farnese e soprattutto le Vie del Banco di Santo Spirito e Via dei Banchi Nuovi troviamo la parte “moderna” della città, quella “Umbertina”. Stiamo parlando di Corso Vittorio Emanuele II, la strada che collega Piazza Venezia con il Vaticano caratterizzata da edifici in stile Liberty e neo-barocco che segnano la Roma nel periodo della belle epoque della borghesia ottocentesca, ma anche alle residenze dell’antica nobiltà papalina.
In questo contesto che rappresenta un mix tra due periodi storici sorge la Chiesa di Santa Maria in Vallicella, luogo di culto legato alla figura di Filippo Neri, fondatore nel 1551 dell’Oratorio eretto nel 1575 per volere di Papa Gregorio XIII. Le origini della Chiesa di Santa Maria in Vallicella risalgono intorno al XII secolo. Il caratteristico nome della chiesa probabilmente richiama l’avvallamento che corrisponde al Tarentum, un santuario sotterraneo che era il luogo di culto di divinità infernali come quella di Dite e Proserpina. Sui resti di questo tempio verrà poi costruita la Chiesa di Santa Maria in Vallicella, che a partire dal 1575 guadagnerà l’appellativo comune di “Chiesa Nuova”.
L’interno della Chiesa di Santa Maria in Vallicella è caratterizzato come molte altre chiese romane da un ricco impianto decorativo in stile barocco. Troviamo molte opere di grande valore che impreziosiscono la chiesa come quelle contenute nella Cappella Spada, dove si può ammirare una bellissima Madonna col Bambino e i Ss. Carlo Borromeo e Ignazio di Loyola realizzata da Carlo Maratta, il presbiterio che conserva capolavori del periodo romano di Pieter Paul Rubens (1606-1608), e tantissimi marmi preziosi che rivestono la cappella dedicata al fondatore, San Filippo Neri (1600-1602).
Altre chiese giubilari del centro di Roma
Lasciando la Chiesa Nuova o Santa Maria in Vallicella è possibile trovare tantissime chiese che si susseguono in questo spazio compreso tra la zona di Campo dei Fiori, Piazza Navona e il Vaticano. Nella zona compresa tra Via dei Banchi Nuovi e Via dei Banchi Vecchi si trova la maggiore concentrazione di chiese giubilari, come quelle di: Santa Maria dell’Orazione e Morte, Santa Caterina da Siena, Santo Spirito dei Napoletani, Santa Maria del Suffragio, San Giovanni Battista dei Fiorentini, e la Chiesa di San Salvatore in Lauro.
La Chiesa di San Salvatore in Lauro può essere considerata un vero e proprio santuario nel cuore di Roma. Dal 1600 è collegato alla Casa della Madonna di Loreto e rappresenta il Santuario della Madonna di Loreto a Roma, e conserva una delle più antiche icone lauretane. Dal 2007 la Chiesa di San Salvatore in Lauro è diventata un luogo dedicato alla figura di Padre Pio da Pietrelcina, e conserva importanti reliquie del Santo.
L’ultima chiesa che proponiamo in questo percorso dedicato alle chiese giubilari è la Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte. Ubicata nel rione Colonna, il suo nome deriva dalla Colonna di Marco Aurelio, sita a Piazza Colonna lungo Via del Corso. Il nome della Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte nel secolo XII era “San Andrea de Hortis”, perché la chiesa era sita fuori dalla città. La chiesa è uno dei più interessanti esempio di architettura borromiana; l’intervento dell’artista nella seconda metà del XVII secolo si nota soprattutto per contrasto alle linee ortogonali delle vie che circondano la chiesa.
L’elemento che però caratterizza la Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte è il suo campanile detto anche campanile ballerino, nome dovuto alle vibrazioni visibili ad occhio nudo quando venivano fatte suonare le campane. L’interno della chiesa è invece caratterizzato da un’unica navata, con una volta a botte, il mentre nella parte del presbiterio si può ammirare uno gli angeli marmorei di Gian Lorenzo Bernini (1668-69), praticamente il “rivale” di Borromini.
Non a caso, usciti fuori dalla Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte è possibile vedere un nuovo “incontro-scontro” tra i due artisti, perché nella piazza antistante alla chiesa c’è la casa natale di Bernini, ma di fronte si staglia l’imponente palazzo collegato alla Propaganda Fide opera di Borromini. Leggenda vuole che i due artisti non perdessero occasione per “punzecchiarsi” con elementi di scherno che decoravano le rispettive facciate dei due palazzi; spesso queste decorazioni erano ai limiti della decenza tanto da portare il papa ad una rimozione forzata, e a ristabilire la pace ed armonia delle forme.
Continuate a seguire le nostre proposte di percorsi giubilari per l’Anno Santo. Seguite il nostro blog per nuovi consigli e itinerari, o prenotate uno dei nostri tour di Roma e provincia o un tour di Roma personalizzato per completare la vostra visita a Roma in occasione del Giubileo.