Se volete scoprire l’Egitto, fatevi una passeggiata per le vie di Roma. O meglio, se volete scoprire davvero l’Egitto, con la sua cultura, la sua storia antica e contemporanea, i suoi luoghi e la sua gente, vi suggeriamo di andare in Egitto. Ma se invece state visitando Roma, sappiate che l’Egitto sarà una costante della vostra visita alla città eterna.
A cominciare dagli obelischi, di cui vi abbiamo parlato in più di un’occasione, con un articolo dedicato agli obelischi di Roma, ma anche nel nostro ultimo articolo con l’itinerario interattivo Una passeggiata su Via Merulana.
Roma è infatti la città con il maggior numero di obelischi egizi al mondo. La maggior parte degli obelischi egizi a Roma provengono direttamente dall’Egitto, trasportati nella capitale a partire dall’epoca di Augusto e della conquista dell’Egitto da parte dell’Impero Romano. Altri obelischi “egizi” romani sono stati in realtà realizzati a Roma durante l’epoca di Domiziano, utilizzando lo stesso granito utilizzato in Egitto e copiando i geroglifici egiziani.
Nella Roma papale di Papa Sisto V gli obelischi di Roma vennero rialzati ed utilizzati come punti di riferimento visivo per orientarsi nella città nell’era delle riorganizzazioni urbanistiche della capitale. Una curiosità: Roma è l’unica città al mondo in cui è possibile vedere contemporaneamente tre obelischi. Se vi posizionate all’incrocio tra Via del Quirinale e Via delle Quattro Fontane potrete scorgere in tre direzioni diverse l’obelisco del Quirinale, l’obelisco Esquilino a Santa Maria Maggiore e quello Sallustiano a Trinità dei Monti.
Oltre ai tre obelischi già citati, gli altri obelischi egizi di Roma sono: l’Obelisco Aureliano (al Pincio), l’Obelisco Flaminio (Piazza del Popolo), l’Obelisco Campense (Montecitorio), l’Obelisco Macuteo (Pantheon), l’Obelisco Minerveo (Piazza della Minerva), l’Obelisco Agonale (Fontana dei Quattro Fiumi a Piazza Navona), l’Obelisco Vaticano (Piazza San Pietro), l’Obelisco Matteiano (Villa Celimonana) e l’Obelisco Lateranense (Piazza San Giovanni). Quest’ultimo obelisco, con oltre 32 metri di altezza, che diventano 45,70 metri con il basamento e la croce posta in cima, è l’obelisco antico egizio monolitico più alto al mondo.
Non solo obelischi. A Roma trovate anche una piramide, la Piramide Cestia, a Porta San Paolo, proprio di fronte la stazione Piramide di Ostiense. Fu costruita nel 12 a.C. per volontà testamentaria del facoltoso tribuno Gaio Cestio Epulone, che vincolò i suoi eredi alla costruzione della stessa entro un anno, pena la perdita dell’eredità. Realizzata in marmo di Carrara, la piramide contiene una camera sepolcrale decorata con affreschi in stile pompeiano, e fu successivamente incorporata alle Mura Aureliane tra il 272 e il 279. La Piramide Cestia è stata completamente ristrutturata di recente nel 2017 grazie all’intervento del mecenate giapponese Yuzo Yagi, che ha finanziato il restauro costato due milioni di euro.
Mentre la Piramide Cestia è l’unica piramide rimasta a Roma, la Città Eterna ha ospitato varie altre piramidi, tutte realizzate da committenti facoltosi appassionati dall’esotico Egitto. Queste piramidi sono oggi scomparse, ma in realtà rivivono in altre costruzioni, essendo state “riciclate”. Per esempio, in Via del Corso, all’altezza della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli, sorgeva una piramide marmorea, smantellata nel 1675 da Alessandro VII per costruire la chiesa riutilizzando i materiali della piramide, che vennero utilizzati anche per la costruzione della Chiesa di Santa Maria del Popolo poco distante.
Un’altra tomba di epoca romana a forma piramidale, la Meta Romuli (Meta di Romolo), era stata edificata dove oggi sorge Via della Conciliazione. Anche se fu demolita nel 1499 da Alessandro VI, restano testimonianze storiche in vari dipinti e affreschi ai Musei Vaticani, incluso negli affreschi della Sala di Costantino, e nella Crocifissione di Pietro del Polittico Stefaneschi dipinto da Giotto. La Meta Romulis, insieme ad un’altra struttura raffigurata in forma di piramide ma in realtà di pianta conica, il Terebinthus (noto anche come Obeliscus Neronis), sono raffigurate in un bassorilievo decorativo di una delle porte della Basilica di San Pietro. La scena del bassorilievo rappresenta la crocifissione di San Pietro, il cui luogo esatto viene descritto come “a metà strata tra le due metae“, quindi nella posizione centrale di Piazza San Pietro, dove sorge oggi l’Obelisco Vaticano.
A Roma furono costruiti diversi templi e sacelli dedicati a divinità egizie, anche se oggi ne restano poche tracce. Già nel nostro articolo Una passeggiata su Via Merulana vi segnalavamo Piazza Iside, in prossimità di Colle Oppio e del Colosseo, dove sono ancora visibili resti dell’antico tempio dedicato alla dea Iside, moglie del dio Osiride e madre del dio Horus, divinità della maternità, della fertilità e della magia, molto venerata anche a Roma, soprattutto dalle donne.
Il Tempio di Iside e Serapide a Campo Marzio, in prossimità del Pantheon, era comunque il luogo di culto il importante dedicato alla dea egizia, i cui resti sono sepolti sotto il Palazzo del Seminario, la Chiesa di Santa Maria sopra Minerva e la Chiesa di Santo Stefano del Cacco, il cui nome si deve proprio ad una statuetta del dio egizio Thot, rappresentato in forma di macaco.
Un altro luogo di culto dedicato alla divinità greco-egizia Serapide, Signore dell’Universo, dio dell’oltretomba, della fecondità, della guarigione e del Sole, si trovava al Quirinale, e alcuni resti sono oggi sepolti sotto l’Università Gregoriana a Piazza della Pilotta e sotto Palazzo Colonna.
Diverse sculture e reperti dell’antico Egitto sono raccolte e visibili al Museo Gregoriano Egizio, parte dei Musei Vaticani, che dedica 9 sale ad una ricca collezione di opere e manufatti portati dall’Egitto in epoca romana per decorare edifici e ville, inclusa Villa Adriana a Tivoli. Sempre al Museo Gregoriano Egizio sono visibili i due leoni del IV secolo a.C. utilizzati prima dal Pantheon e poi dalla Fontana dell’Acqua Felice in Via XX Settembre.
A proposito di leoni, sono originali egizi anche i leoni in basalto oggi posizionati ai piedi del Campidoglio, che erano primariamente parte del Tempio di Iside a Campo Marzio e successivamente posti all’entrata della Chiesa di Santo Stefano del Cacco, fino allo spostamento in Campidoglio, nel 1562, per volontà di Pio IV.
In Via del Piè di Marmo nel centro di Roma si trova un enorme piede di marmo, parte forse di un gigantesco monumento dedicato ad una divinità egizia non nota ma che potrebbe essere proprio Iside, data la vicinanza del Tempio di Iside in zona. Lo stesso Tempio di Iside e Serapide a Campo Marzio è anche il luogo di prima installazione di diversi obelischi (quelli di Piazza Navona, Piazza della Rotonda, Piazza della Minerva e Piazza dei Cinquecento), ma anche del ritrovamento di una piccola gatta di marmo, che dovrebbe rappresentare la dea gatta Bastet, e che oggi è posizionata semi-nascosta su un cornicione di Palazzo Grazioli in Via della Gatta.
Varie statue egizie sono visibili a Roma, a partire dalla statua nota come Madama Lucrezia in Piazza San Marco, che raffigura in realtà la dea Iside o una sua sacerdotessa, o come la Statua del Nilo in Campidoglio, dove troviamo anche una collezione di preziosi pezzi egiziani nella sala egizia dei Musei Capitolini. Tra i musei che conservano tesori egizi, da non dimenticare il Museo Barracco, piccolo museo tra Piazza Navona e Campo de’ Fiori, che dedica le prime due sale del museo ad una collezione di sculture ed opere d’arte dell’antico Egitto.
E soprattutto, da non perdere l’Accademia d’Egitto nel cuore di Villa Borghese. L’Accademia d’Egitto a Roma è stata istituita nel 1965 dal Ministero di Cultura Egiziano, ed è l’unica accademia egizia al mondo (al di fuori dell’Egitto). Il governo egiziano in realtà da tempo era presente a Roma, fin dal 1930 con l’istituzione di una sede culturale all’interno del Parco di Colle Oppio, dove è possibile ammirare le sculture e bassorilievi del giardino interno, visibili anche dall’esterno del centro culturale.
L’Accademia d’Egitto a Villa Borghese, oltre a vari eventi culturali e mostre, un teatro e una biblioteca, ospita il Museo Egizio, che espone la mostra permanente dedicata alla scoperta della Tomba di Tutankhamon e varie sculture e opere d’arte, sia antiche che moderne, esposte negli spazi interni e nei giardini dell’accademia. Una curiosità: l’architettura e le decorazioni esterne dell’Accademia d’Egitto a Roma si ispirano alla Biblioteca di Alessandria d’Egitto.
Volete esplorare insieme a me qualcuno di questi luoghi con un tour o visita guidata a Roma alla ricerca dell’antico Egitto, e delle sue interazioni con la Roma antica e moderna? Contattatemi per info e prenotazioni, e continuate a seguirci su Facebook e Instagram.