La Cappella Sistina (in latino Sacellum Sixtinum), è la principale cappella in Vaticano, ed uno dei più famosi tesori artistici dei Musei Vaticani, il complesso museale vaticano visitato da oltre 6 milioni di visitatori l’anno, circa 20mila al giorno. E chiaramente non parliamo degli anni da Giubileo, quando il numero di visitatori aumenta vertiginosamente.
Abbiamo già dedicato alcuni articoli alla celebre cappella vaticana, come quello su tutti i Maestri che hanno affrescato la Cappella Sistina, o l’articolo con il fumetto sulla lite tra Michelangelo Buonarroti e Sebastiano del Piombo a proposito di aspetti “tecnici” nella realizzazione degli affreschi della Cappella Sistina. Ve ne parleremo di nuovo in questo articolo, insieme ad una serie di curiosità sulla Cappella Sistina di sicuro interesse.
La Cappella Sistina fu costruita tra il 1475 e il 1481 circa, commissionata da Papa Sisto IV della Rovere, da cui prese il nome; di radici francescane, Papa Sisto IV fu anche un grande sostenitore del nepotismo, ovvero del favoritismo di parentela nell’attribuzione di poteri, e nell’elezione di nuovi cardinali e nuovi papi per la successione.
Tra gli altri, Papa Sisto IV nominò cardinale Raffaele Riario e Giuliano della Rovere; Raffaele Riario fu un amante e mecenate delle arti, e si deve principalmente a lui l’inizio dell’attività di Michelangelo a Roma. Giuliano della Rovere, che da papa scelse il nome di Papa Giulio II, divenne uno dei più famosi pontefici del Rinascimento. Fu patrono di Michelangelo e Raffaello, ed avviò i lavori dell’opera della Basilica di San Pietro. Tra le altre cose, Papa Giulio II fu anche fondatore dei Musei Vaticani e della tradizione vaticana della Guardia Svizzera.
Passando alle curiosità sull’arte della Cappella Sistina, ce n’è una che sfugge a quasi tutti i visitatori che, ammaliati dalla bellezza sovrastante, non prestano molta attenzione al pavimento. Il pavimento della Cappella Sistina si sviluppa con un intarsio che crea profondità e orienta il percorso e la processione. Anche la forma e la collocazione della transenna evoca la suddivisione che c’era nel Tempio di Gerusalemme e che aveva lo scopo pratico di dividere il clero dai fedeli. Quest’opera è stata realizzata da tre scultori molto quotati nel 1400, Mino da Fiesole, Andrea Bregno, e Dalmata.
Per quanto riguarda la decorazione delle scene parietali della Cappella Sistina, che precede il capolavoro di Michelangelo, verrà firmato un unico contratto con quattro diverse botteghe di artisti, che si accordarono tra di loro sulle varie composizioni dell’opera rispetto alle diverse competenze. L’obiettivo era quello di ricreare una bibbia illustrata comprensibile a tutti, anche a coloro che non sapessero decifrare i testi sacri del Vecchio e Nuovo Testamento, ma anche dare continuità tra la parola di Mosè e quella di Cristo. Non mancano anche richiami alla provenienza degli artisti, come i paesaggi riconducibili all’area centro toscana o elementi simbolici come ad esempio le chiese, che evidenziano il collegamento con Cristo, mancante nelle raffigurazioni del Vecchio Testamento.
Altra curiosità degna di nota è la rappresentazione dell’Ultima Cena senza cornice, con uno scalino che invita lo spettatore ad entrare e a partecipare ad uno degli eventi più importanti della vita del Cristo, richiamando il rituale dell’eucarestia durante la santa messa. Da queste scene si può anche capire un po’ della personalità e caratteristiche degli artisti che le hanno realizzate; ad esempio, lo stile nervoso nelle opere di Botticelli, la simmetria nelle opere di Perugino e il cromatismo nelle opere di Roselli.
Non tutti sanno che nel 1522 ci fu un crollo che danneggiò la Cappella Sistina; fu necessario fare ridipingere la parete d’entrata da un gruppo di artisti del tardo ‘500. Anche la volta della Cappella Sistina subì nel tempo danni e crepe, tanto da rendere il cielo stellato di D’Amelia fatiscente e dover chiedere a Michelangelo di ricoprirlo, al costo di 3.000 ducati d’oro, una cifra vicina ai 300mila euro odierni.
Una curiosità legata alla realizzazione della volta della Cappella Sistina da parte di Michelangelo è legata ai soggetti rappresentati negli affreschi. L’idea iniziale del Buonarroti era quella di rappresentare gli apostoli, ma in corso d’opera cambiò idea, decidendo di puntare alla Creazione sostenuta da profeti e sibille, per dare continuità tra il mondo classico pagano e quello cristiano, come da tradizione degli affreschi tardo-cinquecenteschi, dove si evidenziava la continuità tra religione ebraica e quella cristiana. A questo proposito la figura di Giona nell’affresco della Cappella Sistina allude alla rinascita, alla resurrezione e alla redenzione del genere umano attraverso i 9 riquadri realizzati: 3 dedicati alla creazione del mondo, 3 alla creazione dell’uomo, gli altri al patto tra dio e l’uomo, rappresentato da Noè.
Nell’opera di Michelangelo per la Cappella Sistina si notano inoltre cambi di stile, come nel caso del passaggio da figure piccole a figure grandi d’ispirazione classica, con spunti alla statuaria antica come il Laocoonte e l’Apollo del Belvedere. Figure che esprimono anche la condizione umana, cioè la fatica e lo sforzo dopo la cacciata dal Paradiso Terrestre, mentre angeli senza ali richiamano l’arte cristiana delle origini. Cosa che quasi portava Michelangelo alla scomunica, perché questa iconografia andava contro la dottrina cattolica del tempo, che era diventata più dura e intransigente con le libertà degli artisti.
Il Giudizio Universale della Cappella Sistina, che rappresenta la fine dell’umanità, è stato sovrapposto ad un altro dipinto quattrocentesco del Perugino, la Vocazione della Vergine. In un nostro precedente articolo vi avevamo già raccontato che Sebastiano del Piombo, artista veneziano e piombatore pontificio, ossia guardasigilli delle bolle e delle lettere apostoliche (da cui deriverà il nome del Piombo), consigliò a Michelangelo di usare la tecnica ad olio per la realizzazione del Giudizio Universale, ma Michelangelo rifiutò sdegnosamente, aggiungendo che “dipingere ad olio era uno stile da ragazzette”.
Michelangelo aveva un caratteraccio e sembrava che odiasse tutti, non esitando a darne prova anche nelle sue opere. Anche nella Cappella Sistina, con l’inserimento dei due angeli del Giudizio Universale, uno con un libro piccolo rivolto verso i beati e uno con un libro grande rivolto verso i dannati, elemento che evidenzia la sua considerazione sull’umanità, che l’artista vedeva ampiamente condannata alle fiamme dell’inferno.
La Cappella Sistina è famosa anche per il Conclave, la riunione di cardinali a porte chiuse per l’elezione del nuovo pontefice. In realtà il primo Conclave ha origini nel XIII secolo nella città di Viterbo, quando dopo 33 mesi di infruttuosi tentativi di elezione i cittadini viterbesi chiusero a chiave in un ambiente chiuso i 19 cardinali per costringerli a decidersi sul nuovo papa. Alla fine di quel primo Conclave fu eletto Papa Gregorio X, ma alcuni cardinali morirono durante la sessione a porte chiuse.
Ultima curiosità “vaticana”: la Cappella Sistina non è l’unico gioiello dei Musei Vaticani, e neanche l’unico luogo sacro e di rappresentanza nello stato della Città del Vaticano. Il Vaticano ospita anche la Sala Regia, dove una volta venivano ricevuti i sovrani, e qi oggi vengono ricevuti corpi diplomatici e siglati trattati internazionali. Nella Sala Regia è possibile ammirare gli affreschi dal Vasari e di Taddeo Zuccari, che evidenziano il trionfo della Chiesa sui re e sovrani d’Europa, con scene che rievocano Federico I Barbarossa, la Battaglia di Lepanto, e il ritorno del papa a Roma da Avignone.
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