Oggi vi raccontiamo alcuni aneddoti meno conosciuti su un famoso personaggio della Roma antica, il grande imperatore Giulio Cesare. Di Giulio Cesare si raccontano in genere solo le grandi imprese, raccontate da scrittori romani ma anche per esempio da Shakespeare, mentre noi oggi vi racconteremo alcuni aneddoti curiosi e poco conosciuti sul grande condottiero e imperatore romano, che visse in momento storico cruciale per la storia Roma, il periodo che porterà alla transizione dalla Repubblica all’Impero Romano.
Si conosce poco di Giulio Cesare a livello personale, e delle relazioni con vari uomini e donne che ha incontrato nell’arco della sua vita straordinaria, ma sono proprio queste relazioni che alla fine ci serviranno a capire anche le sue scelte che hanno cambiato e segnato la storia di Roma.
Tra le varie curiosità legate alla figura di Giulio Cesare c’è sicuramente quella che la sua famiglia, nonostante vantasse antenati molto illustri che addirittura risalivano al tempo della nascita di Roma e discendere addirittura dalla dea Romana Venere, non era una famiglia di successo. I nobili romani venivano nominati e giudicati dai loro successi in politica, esattamente come i loro trionfi in campo di battaglia o ancora negli affari.
Il padre di Giulio Cesare, Giulio Cesare il vecchio, era un politico ma, pur avendo intrattenuto diverse relazioni con uomini importanti di Roma, non era riuscito a sfondare. Il condominio in cui viveva la famiglia di Giulio Cesare si trovava in una zona di Roma piuttosto degradata. Questo perché il padre di Giulio Cesare voleva vivere tra i suoi elettori, la gente comune di Roma, ma anche perché probabilmente non poteva permettersi di far vivere la sua famiglia in una villa sontuosa. Sappiamo infatti che il padre di Giulio Cesare non era andato più in là della carica di Pretore (giudice).
C’era un’altra persona nella famiglia di Giulio Cesare che era arrivato fino in cima, lo zio Mario, uno degli uomini più importanti di Roma. In qualità di generale, lo zio di Giulio Cesare aveva riformato le legioni per renderle ancora più efficaci, e aveva vinto una guerra molto importante in Africa. Di ritorno a Roma si candidò alla carica di console e venne eletto per un numero record di volte, ben 5 volte tra il 104 e il 101 a.C. Lo zio Mario, servendosi di una miscela di fama e violenza riuscì ad assicurarsi il dominò della scena politica di Roma per molti anni, e probabilmente questo tipo di uomo forte e spregiudicato ispirò il giovane Giulio Cesare.
La formazione di Giulio Cesare e le sue capacità comunicative e dialettiche sono sicuramente collegate all’arte della retorica, che aveva studiato nella patria culla di quest’arte, la Grecia. I romani avevano acquisito la retorica dai greci, dove c’erano vere e proprie università consacrate al saper mettere insieme una buona frase e saper dibattere con argomentazioni. La più celebre scuola di retorica greca si trovava a Rodi, e Giulio Cesare si apprestò a diventarne uno studente. Mentre era al largo della dell’isola di Rodi però la sua imbarcazione venne catturata dai pirati, Giulio Cesare venne rapito dai pirati, e quando questi imposero la cifra per il riscatto Giulio Cesare si lamentò che la cifra fosse troppo bassa, dicendo che 20 talenti d’oro erano pochi della sua persona, visto che ne valeva almeno 50, e i pirati decisero di accontentarlo aumentando la cifra.
Sappiamo che durante il periodo di prigionia Giulio Cesare fece come se fosse a casa propria, e mentre aspettava il pagamento del riscatto riuscì persino ad esercitarsi nella retorica con i suoi rapitori, a cui fece una promessa: che una volta libero, sarebbe tornato per ammazzarli tutti. Questo suscito ilarità e scherno tra i pirati. Ma dopo il pagamento del riscatto Giulio Cesare mantenne la parola data; dopo il rilascio raggiunse il porto romano più vicino, si mise al comando di una flotta di navi e tornò nel luogo dove i pirati erano ancora lì, catturandoli e facendoli imprigionare. Il governatore consigliò a Giulio Cesare di trattare con i privati per averne un riscatto, ma lui rifiutò dicendo che non gli interessavano i soldi, anche perché si era già impossessato di un ricco bottino a seguito della cattura delle navi pirata. Preferì invece mantenere la promessa fatta ai pirati, che vennero condannati tutti ad essere crocifissi, anche se alla fine Cesare si mostrò clemente e, invece di abbandonarli ad una morte dolorosa sulla croce, li fece sgozzare, perché dopo tutto era stato trattato bene dai suoi rapitori.
Altro aneddoto che ci fa capire molto della personalità di Giulio Cesare è quello relativo al suo matrimonio con Pompea, nipote del dittatore Silla. Dopo la morte della prima moglie Cornelia, che non aveva ripudiato durante il periodo di Silla, cosa che lo portò a dover abbandonare la città, Cesare si risposò con Pompea, la nipote del dittatore. In questo modo Giulio Cesare volle evidenziare come non avesse pregiudizi verso il dittatore che aveva tentato di distruggere la sua famiglia e l’aveva costretto ad allontanarsi da Roma. Il matrimonio fu anche un abile mossa per entrare in possesso delle risorse finanziarie della famiglia della moglie. Infatti, quando venne nominato amministratore della Via Appia, Giulio Cesare approfittò della disponibilità di questo patrimonio per la manutenzione di questa strada, ma si indebitò anche tantissimo.
L’aver comunque portato a termine tali lavori e investimenti economici esorbitati comportò per Giulio Cesare molti benefici in ambito politico. Attirare nuove amicizie e finanziatori quando non si possedeva un florido patrimonio era fondamentale per la scalata politica nell’antica Roma per diventare console e ambire al comando della città e delle sue province. Tra i grandi finanziatori delle campagne militari ed elettorali di Giulio Cesare troviamo ad esempio il famoso politico e console romano Crasso.
Durante la sua carriera politica Giulio Cesare fu spesso associato ad un altro romano influente, un certo Bibulo che, per ironia della sorte, era tutto ciò che Cesare non era: ricco, conservatore e non amava il rischio. Nonostante ciò, per il resto della sua carriera politica, Bibulo venne costantemente paragonato a Giulio Cesare, spesso causando malumori a quest’ultimo. Una di queste occasioni dove i due politici vennero associati fu quando organizzarono insieme i giochi gladiatori. Questi giochi furono talmente dispendiosi che prima che iniziassero il Senato promulgò una legge che limitò il numero a meno di 320 gladiatori.
Prima di chiudere questo approfondimento sulla personalità di Giulio Cesare, possiamo ricostruire un’immagine abbastanza e sicuramente poco idealizzata del personaggio. Sappiamo che Giulio Cesare fosse stempiato, se non calvo (cosa che non era molto accettata nell’antica Roma), ma si dice che il dittatore rispondesse a questa sua mancanza con la seguente frase: “la natura mi ha fatto calvo ma Roma mi ha dato i mezzi per nasconderlo”. Infatti le sue calvizie erano spesso coperte dalla corona d’alloro che da giovane guadagnò a Lesbo.
Di recente, nel 2018, il Museo della Antichità di Leida (Rijksmuseum van Oudheden, in Olanda), che conserva un busto marmoreo di Giulio Cesare, ha avviato un progetto di ricostruzione in 3D della vera immagine di Giulio Cesare, dalla quale è scaturito che, in realtà, il grande condottiero era un uomo mediamente brutto, con la testa “a pera”, forse a causa di problemi al momento del parto. Riportiamo qui l’immagine di ricostruzione realizzata dal museo olandese, che detiene anche i diritti sull’immagine.
Concludiamo qui questo articolo su Giulio Cesare, ma pensiamo di pubblicarne altri presto. Continuate a seguire i nostri articoli e, se siete interessati a scoprire luoghi, persone e aneddoti su Roma e i personaggi che l’hanno fatta celebre, contattatemi per prenotare uno dei miei tour a Roma e provincia.