Concludiamo il nostro “trittico” su Subiaco con un nuovo itinerario interattivo, che vi offriamo dopo l’articolo su Subiaco medievale e rinascimentale, e l’itinerario interattivo alla scoperta del centro storico di Subiaco.
Il nostro itinerario interattivo di oggi, che potete trovare anche sul nostro profilo Wikiloc, ci porterà alla scoperta dei due principali monasteri benedettini di Subiaco e della loro storia ultra centenaria: il Monastero di San Benedetto, o Santuario del Sacro Speco, e il Monastero di Santa Scolastica.
Come per i precedenti itinerari interattivi, vi proponiamo di seguire il percorso anche a mezzo dell’itinerario interattivo realizzato con l’app Wikiloc.
Monastero di San Benedetto
Il Monastero di San Benedetto, o Santuario del Sacro Speco, è un antico monastero benedettino che si erge all’interno della curvatura di una immensa parete di roccia del Monte Taleo ed è sorretto da nove alte arcate, in parte ogivali che costeggiano la valle dell’Aniene.
Il Monastero di San Benedetto è preceduto da un boschetto di lecci e da un sentiero che si inerpica in questo “nido di rondini”. La bellezza di questo monastero si caratterizza soprattutto dalle due chiese sovrapposte e da diverse cappelle decorate da diversi artisti in diversi periodi che si sono spesso adeguati alla superfici irregolari delle pareti e delle volte generando scorci e ambienti molto suggestivi.
L’interno del Monastero di San Benedetto si sviluppa come un complicato labirinto di ambienti, chiesette e cappelle, talvolta ricavate dalla roccia, è ricoperto da una preziosa decorazione a fresco di varie epoche, dalle prime opere bizantine risalenti al VIII secolo d.c. al prezioso ritratto di San Francesco del 1223, che rappresenta la prima fedele raffigurazione del Santo realizzata prima ancora che fosse assurto alla gloria degli altari, non da meno sono le pitture di Magister Consolus risalenti al XIII secolo d.c., e infine gli affreschi di scuola senese e umbro-marchigiana che decorano la chiesa superiore e altri ambienti che si collocano tra il secoli XIV e XV.
Quest’ultimi rappresentano i primi affreschi che si incontrano nella chiesa superiore subito dopo aver attraversato la sala del capitolo vecchio e una serie di angusti corridoi ricavati nella roccia che raccordano la chiesa superiore con quella inferiore.
Gli affreschi della scuola superiore si caratterizzano da opere realizzate da artisti della scuola senese dove vengono descritte scene del nuovo testamento ma ciò che colpisce è sicuramente la ricchezza dei particolari e dei costumi che richiamano la moda del tardo medioevo cosi come la città di Gerusalemme che viene raffigurata come una tipica città medievale con torri a merli alla guelfa, scenografia della salita al calvario di Gesù prima della crocifissione. Altra scena che può essere utilizzata come “fotografia” di questo momento storico e la scena dell’entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme nella domenica delle palme. In questa scena è possibile notare un gruppo di bambini alle prese con dei giochi molti dei quali sono arrivati ai giorni nostri.
A queste scene ricche di particolari e naturalezza seguono scene più rigorose che si possono trovare nella seconda parte della chiesa superiore, realizzati da maestri della scuola umbro – marchigiana agli inizia del XV sec, qui le scene sono più rigorose perchè devono evidenziare i principi della regola benedettina, ma non mancano comunque richiami naturalistici come la pioggia battente che costringe San Benedetto a fermasi per la notte al monastero in santa conversazione con la sorella Santa Scolastica.
Scendendo nella basilica inferiore del Monastero di San Benedetto è possibile trovare gli affreschi più antichi e forse ancor di più particolari. Ad esempio partendo dall’immagine di Innocenzo III si può riconoscere un esempio di pittura bizantineggiante del XIII sec, il pontefice ha la tiara bianca (cappello del papa) e il nimbo quadrato (era ancora vivo quando venne realizzato questo dipinto), infine il cartiglio si ricollega direttamente alla cittò di subiaco perchè assegnava delle rendite al sacro speco, questa e altre storie collegate alla vita di san benedetto si possono collegare a Magister Consolus.
L’artista doveva essere abbastanza quotato tanto da aver firmato la propria opere (privilegio raramente concesso agli artisti di questo periodo e non solo). Le pitture di questo artista si possono collocare alla seconda metà del XIII sec e probabilmente appartiene alla scuola popolare romana che avrà come massimo rappresentante Pietro Cavallini. L’artista riesce nelle sue pitture ad uscire gradualmente dalla sfera bizantineggiante per poi proiettarsi alla vita quotidiana del suo periodo e usarla come modello, non mancano i parallelismi tra le storie della vita di San Benedetto e la sua regola, come ad esempio nella scena del prodigio di Affile o il miracolo del Goto.
Nella parte bassa della chiesa inferiore è possibile vedere anche la santa grotta (Sacro Speco) dove c’è una statua del giovane San Benedetto opera di Raggi (allievo del Bernini) che rappresenta il primo periodo che il santo ha vissuto qui su monte taleo come eremita, periodo che lo porto successivamente alla fondazione dei monasteri sotto forma di colonie della chiesa che poi si diffonderanno in tutta italia.
Tra i meriti di questi monaci durante un periodo di barbarie e d’incertezza è sicuramente aver tenuto in vita la cultura classica, copiando, scrivendo e studiando i codici. Uno degli ultimi ambienti della chiesa inferiore è la Cappella di San Gregorio, ambiente importante non solo per l’affresco che ritrae Francesco d’Assisi, ritenuto la prima nonché la sua più fedele raffigurazione, fu realizzato 3 anni prima della sua morte probabilmente durante il suo soggiorno nel 1223-1224 e riporta un Francesco privo di stimmate e di aureola, l’opera pur nella sua semplicità delle linee rivela l’essenza del santo dall’animo umile e sereno. Infine scendendo verso la parte più bassa che precede verso la scala santa e la Cappella della Madonna, dove sara impossibile non notare come gli artisti hanno sfruttato la roccia del Monte Taleo che scende verso la grotta dei pastori per decorare anche questa parte del sacro speco con degli affreschi dal gusto “moraleggiante”, con il trionfo della morte.
La scena è dominata da un cavallo lanciato in corsa il cui cavaliere (uno scheletro dai capelli lunghi al vento) colpisce con una spada un giovane ignorando dei vecchi che attendono e quasi invocano la morte, un modo abbastanza diretto di esprime un concetto molto semplice che la morte non guarda in faccia a nessuno e non c’è età che possa ritenersi al sicuro quando giunge il proprio momento. Non sarà un caso che l’affresco è affiancato dalla strage degli innocenti e dalla morte e successiva assunzione della madonna. La Grotta dei Pastori è l’ultima tappa del percorso all’interno del Sacro Speco e rappresenta anche l’affresco più antico di questo luogo suggestivo e immerso nel verde e nel silenzio della natura.
Monastero di Santa Scolastica
Il Monastero di Santa Scolastica è l’unico sopravvissuto di quelli fondati a Subiaco da San Benedetto da Norcia e al suo interno si trova la Cattedrale di Santa Scolastica, sede dell’abate ordinario dell’abbazia territoriale di Subiaco. Come anticipato, il Monastero di Santa Scolastica è uno dei 12 monasteri fondati a Subiaco da San Benedetto da Norcia, il più vicino a quello di San Clemente, dove dimorava lo stesso Benedetto, ed essendo stato fondato attorno all’anno 520 è il monastero più antico d’Italia seguito da quello di Montecassino, ed è anche il più antico monastero benedettino al mondo.
Il Monastero di Santa Scolastica fu probabilmente ricavato da edifici appartenenti alla vicina Villa di Nerone. Sorto con il titolo di San Silvestro, aggiunse presto al titolo primitivo quello di San Benedetto e Santa Scolastica (nel Liber Pontificalis del pontificato di Papa Leone IV è ricordato sotto l’invocazione di questi tre santi), ma dopo il XV secolo venne chiamato solo Monastero di Santa Scolastica anche se non è mai stato utilizzato come convento femminile pur portando il nome della santa, sorella di San Benedetto.
Il Monastero di Santa Scolastica fu devastato dai saraceni nel IX secolo e la struttura fu successivamente restaurata grazie al sostegno di Papa Gregorio IV e Papa Leone IV. La chiesa romanica fu consacrata da Papa Benedetto VII il 4 dicembre 980, ma al suo interno è possibile trovare varie strutture e ambienti costruiti in diversi periodi come il campanile fu eretto nel 1052 e il chiostro cosmatesco fu fatto realizzare dall’Abate Lando, ricostruita in forme gotiche nel XIV secolo, assumendo una struttura a navata unica terminante con abside a pianta quadrangolare. Proprio in questo periodo tra il X secolo e il XIV secolo il monastero acquistò grandi beni grazie alle donazioni di sovrani ed ecclesiastici, divenendo uno dei feudi più potenti dello Stato pontificio, territori che si possono vedere nel deambulatorio del chiostro cosmatesco.
L’ultimo periodo si può collocare verso metà del XVII secolo, quando la chiesa fu oggetto di un ampio intervento di restauro in chiave neoclassica. La direzione dei lavori, dopo aver scartato i progetti degli architetti Giuseppe Pannini (troppo costoso) e Nicola Giansimoni (molto legato al barocco di scuola borrominiana), venne affidata a Giacomo Quarenghi, il quale volle ispirarsi alle architetture di Andrea Palladio e in particolare alla Basilica del Santissimo Redentore a Venezia donando all’architettura un carattere nobile e severo. I lavori ebbero inizio nel maggio 1770, il radicale rifacimento terminò definitivamente con la realizzazione dell’abside che venne realizzata nel 1852 su disegno di Giacomo Monaldi.
Restauri settecenteschi che si sono rivolti anche ad altre strutture precedenti, come un rosone circolare che è stato chiuso ma che una volta era uno degli elementi che caratterizzava la facciata gotica che ancora oggi e possibile vedere all’esterno. Infatti è molto interessante l’alternanza di diversi stili ed epoche che si alternano in pochi metri come la presenza di diversi chiostri (ben tre chiostri) come quello di forma irregolare e denominato chiostro gotico per la presenza, sul lato opposto alla chiesa, di un grande arco in stile gotico flamboyant del XV secolo. La facciata gotica, con terminazione piatta è affrescata con affreschi del XIV secolo, raffiguranti episodi dalla vita di San Benedetto che presentano diverse analogie con le opere citate nella chiesa inferiore del Sacro Speco.
Altro elemento molto interessante che evidenzia questa stratificazione di stili ed epoche è sicuramente l’accesso alla chiesa, che avviene da un portale ogivale strombato preceduto da alcuni gradini, in corrispondenza del quale il portico del chiostro si apre con una grande arcata a tutto sesto.
Il portale non è collocato lungo l’asse longitudinale della cattedrale, bensì notevolmente spostato a sinistra a causa della presenza, alla sua destra, della torre campanaria romanica, alla base della quale vi è l’ingresso dei monaci. Il campanile è a pianta quadrata e risale al 1052-1053; originariamente coperto con un’alta cuspide piramidale demolita nel XVII secolo, presenta su ciascun lato cinque ordini di finestre, solo trifore sulle fiancate settentrionale e occidentale e anche bifore sulle restanti.
Ultimo elemento del Monastero di Santa Scolastica degno di nota è sicuramente il chiostro cosmatesco con la firma di Magister Iacobus, chiosrtro eseguito in due periodi diversi, il primo tra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo (probabilmente realizzato a Roma e montato a subiaco, considerando che tutte le pietre del ala sud sono numerate e contrassegnate) mentre la seconda parte vene realizzata intorno alla metà del XIII (1219-43). Di questo secondo periodo sono le costruzioni in marmo di carrara provenienti dalle rovine del primo Monastero di San Benedetto presso il Lago Neroniano.
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