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Storie di Roma

Il blog di Fabio Salemme su RomaGuideTour.it

Percorsi Turistici a Roma: Ghetto Ebraico ed Isola Tiberina

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L’itinerario che vi proponiamo oggi è un concentrato di bellezze romane di ogni epoca in un’area centrale di Roma relativamente piccola e compatta, il Ghetto Ebraico. Che confina con l’Isola Tiberina, per cui oggi vi suggeriamo un percorso che vi porterà a scoprire entrambi i posti, magari partendo dalla vicina Trastevere.

Prima tappa: da Trastevere all’Isola Tiberina

Se arrivate dal Vaticano, Trastevere o dal Gianicolo potete raggiungere il Ghetto Ebraico attraversando il Tevere all’altezza di Piazza Trilussa, una delle piazze più caratteristiche di Trastevere, e quindi utilizzare Ponte Sisto e proseguire verso Campo dei Fiori e le altre celebri piazze di Roma. Oppure potete attraversare un altro celebre ponte, che collega Trastevere con la celebre Isola Tiberina. Basterà addentrarsi nei vicoli di Trastevere lasciando Piazza Trilussa sulla destra e seguendo il corso del Tevere per arrivare in corrispondenza di Ponte Cestio, uno dei piu antichi ponti di Roma, che collega Trastevere con l’Isola Tiberina.

Seconda Tappa: Isola Tiberina

L’Isola Tiberina ha una storia particolare, la legenda narra che l’atollo si sia formato quando fu cacciato l’ultimo re di Roma, Tarquinio il Superbo e il popolo lasciò nel fiume tutti i covoni di grano appartenuti al Re creando il primo nucleo della famosa Isola Tiberina, anche se studi geologici datano la formazione dell’isola secoli prima di tale evento.

La sua forma caratteristica però si deve ad un altro episodio della storia dell’antica Roma. Pare infatti, che nel III sec a.c. Roma fosse afflitta da una terribile pestilenza a questo punto si pensò di interrogare gli dei per trovare una soluzione, e il responso fu quello di chiedere l’intercessione al dio della medicina Esculapio affinché ponesse fine alla pestilenza. Quando i messi giunsero in prossimità del tempio del dio Esculapio si dice che usci dal tempio un serpente che era la rappresentazione simbolica del Dio e salì sulla nave romana che aveva portato i due messi nella città greca di Epidauro dove era ubicato il tempio di Esculapio. Quando la nave fece ritorno a Roma il serpente uscì dalla nave in prossimità del Foro Boario e si andò a rintanare nel luogo dove oggi sorge l’isola. Per celebrare questo mitico avvenimento si decise di trasformare la forma dell’isola in quella di una nave romana, e ancora oggi è possibile vedere elementi di questa nave soprattutto nella parte bassa dell’isola, dove di solito durante la stagione estiva si organizza il cinema all’aperto.

Terza tappa: ancora sull’Isola Tiberina

L’Isola Tiberina oggi è caratterizzata dalla Chiesa di San Bartolomeo all’Isola che sorge sui resti dell’antico tempio di Esculapio e dall’Ospedale Fatebenefratelli; oggi come nell’antica Roma l’Isola Tiberina è ancora collegata alla medicina e alla cura dei malati. Proseguendo intorno all’isola, non possiamo non notare 4 teste come decorazione del Ponte Fabricio. La leggenda vuole che Sisto V commissionò a 4 diversi architetti l’opera di restauro di questo antico ponte romano ma visto che i quattro architetti non si accordavano mai su nulla e protraevano sempre di più il termine dei lavori alla fine il papa esasperato li fece giustiziare e ponendo le loro teste a capo del ponte, probabilmente come monito ma soprattutto perché alla fine avevano comunque lavorato bene nonostante i continui litigi.

Quarta tappa: il Ghetto Ebraico

Una volta lasciato Ponte Fabricio alle spalle e attraversato definitivamente il Tevere ci troviamo nel cuore del Ghetto Ebraico, una delle più caratteristiche zone centrali di Roma. Il Ghetto Ebraico di Roma è il secondo Ghetto o serraglio per gli ebrei più antico d’Italia, il primo è quello di Venezia da cui prende il nome Ghetto collegato proprio ad un quartiere della città usato per rinchiudere gli ebrei.

Il Ghetto di Roma venne istituito nel 1555 da papa Paolo IV Carafa in pieno periodo della Controriforma. Gli ebrei potevano uscire e rientrare in determinati orari e indossare segni di riconoscimento, spesso fazzoletti di colore glauco. Questa però non era che una delle tante limitazioni imposte a questo popolo, infatti gli ebrei non potevano possedere beni immobili (questo li porterà a prestare denaro ad interesse, cosa peraltro proibita per la religione cristiana), e non potevano svolgere molte professioni se non quella di venditori di panni usati, o altri mestieri umili come rigattieri.

Il Ghetto di Roma aveva un estensione molto limitata; si parla (secondo le fonti dell’epoca) di meno di 4 ettari dove arrivarono a vivere più di cinquemila persone in condizioni igieniche al limite della sopravvivenza, e bersagliati in continuazione dalla popolazione cattolica nonché dagli stessi pontefici più radicali, come Gregorio XIII che impose alla popolazione ebraica le messe coatte da seguire ogni settimana, durante le quali gli ebrei venivano insultati per tutto ciò che avevano fatto a Gesù. Un quartiere che oggi ci appare molto arioso e caratteristico, ma che prima degli sventramenti attuati dai Re Sabaudi quando Roma divenne capitale del Regno d’Italia, ci sarebbe apparso un posto lugubre e maleodorante, non solo per la mancanza d’acqua e di condizioni igieniche, ma anche perché qui si svolgeva il mercato del pesce.

Quinta Tappa: Portico d’Ottavia e Teatro di Marcello

Passando di fronte al Portico d’Ottavia possiamo percepire il classico riutilizzo dei materiali antichi, in questo caso riutilizzati per costruire la Chiesa di Sant Angelo in Peschiera ma anche case, torri e palazzi che sono gli elementi che ci riportano al medioevo romano completamente spazzato via dai nuovi stili moderni e soprattutto dalle riforme urbanistiche volute dai re sabaudi e successivamente da Mussolini. Lasciandoci sulla sinistra il Portico di Ottavia e scendendo nel livello inferiore ci troveremo di fronte un altro celebre monumento del mondo antico, il Teatro di Marcello. Questo teatro viene chiamato da molti cittadini romani in maniera affettuosa piccolo Colosseo, ma in realtà è un errore, visto che l’anfiteatro Flavio meglio noto come Colosseo è stato realizzato dopo il Teatro di Marcello. Questo Teatro infatti, voluto dall’imperatore Augusto per il nipote Marcello, si deve ricollegare al I secolo a.c.

In questo teatro si svolgevano tragedie, commedie ma anche gare di poesia e musica, insomma spettacoli offerti al popolo romano per accrescere il suo benessere e la popolarità dell’imperatore o di un candidato ad una carica pubblica. Con la caduta dell’impero romano questo monumento come molti altri si salvò dal riutilizzo dei suoi materiali perché venne trasformato in una fortezza utilizzata per il controllo di una parte della città di Roma, cosa che ancora oggi è bene visibile soprattutto nei piani alti e al lato dove è possibile vedere abitazioni dentro l’antico teatro.

Sesta tappa: verso Foro Boario

Lasciando Teatro Marcello alle spalle non possiamo non vedere altri monumenti caratteristici come i resti del Tempio di Apollo Sosiano, che porta questo strano nome perché fu restaurato da Gaio Sosio. Poco distante è possibile vedere il Tempio di Bellona, dedicato alla dea della guerra; sinanzi al Tempio di Bellona doveve probabilmente trovarsi la columna bellica, utilizzata nella cerimonia delle dichiarazioni di guerra. Infatti, secondo il rito tradizionale, la guerra doveva essere dichiarata dai feziali scagliando una lancia dal territorio romano verso il territorio nemico; laddove non fosse possibile, contro una colonna che rappresentava un territorio non direttamente confinante con Roma. Questo ci fa capire come i romani fossero particolarmente superstiziosi e collegassero le loro fortune e sfortune a particolari riti e celebrazioni che precedevano diverse attività.

Da questo punto potete continuare la passeggiata verso Foro Boario e Circo Massimo oppure proseguire per Campidoglio, Largo Argentina e Campo dei Fiori.

Interessati a scoprire altri aneddoti sui luoghi, i personaggi e le vicende della Città Eterna? Seguitemi nei miei tour e visite guidate a Roma e provincia, e contattatemi per info e prenotazioni.