Continuiamo i nostri percorsi all’esplorazione di Piazza Venezia e di tutto ciò che la zona immediatamente a ridosso di questa piazza storica ha da offrire. Sapete che all’interno del perimetro di Palazzo Venezia c’è una Chiesa? Stiamo parlando della Basilica dedicata a San Marco Evangelista, o anche conosciuta come Basilica di San Marco Evangelista al Campidoglio. Il nucleo originario di questa basilica risale al IV secolo, precisamente al 336 e fu costruita per volere di Papa Marco; verrà poi ricostruita e modificata diverse volte fino ad assumere l’aspetto attuale con decorazioni miste che vanno dal medioevo al Barocco dovuta ai restauri del XVII e XVIII secolo.
La tradizione narra che l’Evangelista Marco, venuto a Roma con San Pietro, avrebbe fondato un oratorio nella stessa zona, alle pendici del Campidoglio, costruendolo su delle precedenti fondazioni di una struttura romana. La chiesa ha subito notevoli interventi e ricostruzioni da allora, già nel 792 la chiesa fu restaurata per volere di Papa Adriano I, ma meno di cinquant’anni dopo, nell’833, papa Gregorio IV decise di ricostruirla.
La Basilica di San Marco Evangelista al Campidoglio mantenne il proprio aspetto, con la sola eccezione dell’aggiunta del campanile avvenuto nel 1154 e della loggia delle benedizioni in facciata in stile rinascimentale, che fu costruito per volere di papa Paolo II, nel 1465-1470. In questa stessa occasione, il papa veneziano concesse la chiesa ai veneziani residenti a Roma per rendere ancora più forte il legame tra la chiesa e Venezia. L’attuale aspetto della chiesa è però legato al restauro iniziato nel 1654-1657 e completato circa 100 anni dopo, tra il 1735-1750, in cui venne data l’impronta barocca che la basilica conserva ad oggi.
La facciata della Basilica di San Marco Evangelista al Campidoglio presenta un loggia per le benedizioni costruita e decorata con marmi sottratti al Colosseo e al Teatro di Marcello. La loggia è simile a quelle che avevano anche basiliche paleocristiane di San Pietro e San Paolo ed è tradizionalmente attribuita a Leon Battista Alberti. Recenti studi sono però più propensi ad attribuirla suo seguace, Francesco del Borgo, che progettò nel 1460 per papa Pio II, la loggia per le benedizioni di San Pietro che ha diverse analogie con quello di San Marco al Campidoglio.
L’interno della Basilica di San Marco Evangelista al Campidoglio mostra una stratificazione di epoche differenti frutto della millenaria storia della basilica. Cominciando dal mosaico dell’abside, che raffigura Papa Gregorio IV, che fu protagonista della ricostruzione della basilica nel IX secolo. Il pontefice è raffigurato con l’aureola quadrata perché era ancora vivo quando fu realizzato il mosaico, Gregorio IV offre un modello della basilica a Gesù, alla presenza di San Marco Evangelista, papa Marco e altri santi. Oltre ai mosaici è possibile trovare affreschi con San Marco Papa e San Marco Evangelista attribuiti al pittore Melozzo da Forlì, molto influente nel rinascimento alla corte papale, con alcune delle sue opere presenti anche nei Musei Vaticani. Il soffitto ligneo e decorato da 200 fogli d’oro e 300 d’argento, che include lo stemma di Paolo II, è l’unico soffitto ligneo del XV secolo perfettamente conservato a Roma, assieme a quello della Basilica di Santa Maria Maggiore.
In passato, dinanzi alla Basilica di San Marco Evangelista al Campidoglio si tenevano diverse manifestazioni popolaresche, come il “ballo de li poveretti” che si svolgeva ogni primo di maggio, al quale prendevano parte popolane e giovanotti dei vari rioni ma anche gobbi, storpi, vecchietti in vena di follie, con grande spasso dei romani. La festa generalmente si svolgeva davanti alla statua parlante di Madama Lucrezia, che veniva ornata per l’occasione con collane di cipolle, capi d’aglio e peperoncini. Dal nodo delle vesti sul petto possiamo identificare il busto con quello di Iside, statua che originariamente era collocata nel “Tempio di Iside” nella zona del Campo Marzio vicino al Pantheon.
La leggenda vuole che il busto sia stato donato a Lucrezia d’Alagno, amante di Alfonso di Aragona e per avvalorare tale tesi c’è anche il fatto che nel XV secolo il titolo di “madama” non era in uso a Roma, mentre era diffusissimo a Napoli e nelle colonie napoletane di Roma. Tra gli aneddoti legati a questa “statua parlante” se ne possono ricordare due in particolare: il primo nel 1591, il Papa Gregorio XIV, sentendosi morire, si fece trasportare a palazzetto Venezia, sperando di riprendersi grazie ad un alto steccato attorno alla residenza che lo proteggeva dai rumori circostanti, ma invece morì. Madama Lucrezia quindi sentenziò freddamente: La morte entrò attraverso i cancelli. Il secondo episodio da ricordare si può datare durante la Repubblica del 1799 quando il popolo romano buttò giù il busto, che cadde a bocca sotto. Ma il giorno dopo, sulle sue spalle, comparve la scritta a grossi caratteri: “Non ne posso veder più“.
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